Patria di San Nicola Saggio - sannicolasaggio

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La Patria di San Nicola
Longobardi,un piccolo paese della provincia di Cosenza,posto,alle falde del Cocuzzo,su un colle degradante,con dolce declivio,verso il Tirreno,venne fondato – dice la tradizione – dai Longobardi,durante il regno di Liutprando,verso il 715. A nord-ovest del paese esiste tuttora un campo denominato "Lippranno" e si vuole che quivi si sia attendato,con le truppe mercenarie,il suddetto Re.  Questa tradizione è suffragata dal biografo del Beato, Mons. G.M.Perrimezzi. Il toponimo"Longobardi"viene dal tedesco "lang bart"; lunga barba.
Prima delle invasioni barbariche sembra che il paese fosse sito nell’attuale contrada Tauriana ed avesse nome "Turrium".Si suppone sia stato anticamente un importante centro. A causa dei movimenti tellurici molto frequenti in Calabria,e per le numerose frane provocate dal torrente Cordare la parte orientale dell’abitato poco a poco scomparve:in alcuni punti di campagna si notano ancora i ruderi di numerose abitazioni. Fu feudo,unitamente a Fiumefreddo Bruzio, di Ferdinando Alarcon de Mendoza,marchese della Valle Siciliana. E’ posto a 330 metri sul livello del mare,in amena e deliziosa posizione con un ampio e meraviglioso orizzonte,che ha per sfondo le isole Eolie e l’Etna. Conta ad oggi circa 2200 abitanti. Dipende della diocesi di Cosenza-Bisignano ; fino al 9 marzo 1964 apparteneva a quella di Nicotera e Tropea. Durante l’invasione francese del 1806-1807, Longobardi sostenne una lunga e dura lotta con le schiere di Giuseppe Bonaparte. Il 26 dicembre 1806, Berthelot entrò con duemila francesi in Longobardi. Volontari longobardesi opposero fiera resistenza,ma,vinti dal numero soverchiante degli invasori,fuggirono,lasciando sul terreno sessanta uomini tra morti e feriti. Entrati in paese,i francesi saccheggiavano e arsero le case dei patrioti. I francesi effettuarono altra spedizione  contro Longobardi il 21 gennaio 1807. Il combattimento fu breve,ma furioso: i Francesi anche questa volta vinsero,e saccheggiarono e arsero,come loro uso,le case nemiche.  Da una relazione compilata risulta  che morirono della massa circa 300 persone. E’ patria di personaggi illustri,tra cui il P. Arcangelo di Carlo, uno dei primi  compagni di San Francesco e primo martire dell’Ordine dei Minimi, Ruffino, Minore Osservante ,di vita esemplare, P. Francesco Preste, Provinciali dei Minimi a Paola  e poi
Generale dell’Ordine dei Minimi a Roma, P. Francesco Preste, nipote del suddetto,anch’esso dei Minimi,autore di parecchie pubblicazioni  tra cui le famose "le lettere di San Francesco", il P. Pietro Zupo, pure dei Minimi si distinse per umiltà e carità verso i poveri, Arcangelo Bruni dei Minimi; Arcangela Filippelli,che all’età di 16 anni per difendere la sua verginità,venne,trucidata a colpi d’ascia da un giovane del luogo; Giov.Battista De Micheli,capomassa borbonico; il garibaldino Luigi Miceli più volte deputato,senatore e ministro; Giov. Battista Miceli ,vescovo di Cassano Ionio;CarloPellegrini,vescovo di Nicastro;Gaetano Paolo Miceli,Arcivescovo di Rossano;Emilio Frangella prof.e giornalista;Francesco Miceli,Sacerdote;Elisa Miceli,fondatrice dell'opera delle Catechiste Rurali del Sacro Cuore;Ada Miceli, Uditrice laica nel Concilio vaticano II. Agamennone Veltri,medico; Elio Veltri,deputato e giornalista.
                       Fonte notizie dal libro"Il Beato Nicola da Longobardi" di E. Frangella
Veduta Campanile Chiesa S. Domenica
Chiesa San Francesco da Paola
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