Alcune grazie concesse al Santo
Filippo Giorgi era nato con la gamba destra più corta della sinistra. La madre, disperata, applicò, allora, alla gamba offesa un pezzetto della camicia di Nicola, e, con grande gioia, gridò al miracolo. Un calzolaio di nome Giovanni, essendo stato fieramente molestato, per venti giorni, da un vomito persistente di sangue, si raccomandò a Nicola ingoiando unpezzetto della di lui camicia. Il mattino seguente si trovò perfettamente guarito. Il P. Pietro Quesala, Lettore di Filosofia nel Conventodi S. Maria della Stella, era ridotto all’estremo, a causa di un acutissimo dolore …nefritico. Non appena applicò al suo fianco una immagine di Nicola scomparve immediatamente ogni dolore.Veronica Persi da Palestrina era tormentata da una terribile flussione alla testa. Verso le due di notte le sopravvenne anche un forte dolore all’orecchio. Nello spasimo del dolore si ricordò di possedere un pezzetto dell’abito di Nicola e, nell’applicarlo alla parte offesa, disse: << Fra Nicola, prega la SS.Trinità che mi liberi da questo eccessivo dolore ».Si addormentò appoggiata ad un tavolino e, svegliatasi dopo pochissimi minuti, si sentì completamente libera dal dolore e perfettamente guarita. Suor Antonia Pedace, a causa di una grave flussione agli occhi, aveva perduto la vista. Un giorno, rimasta sola in casa, si pose sugli occhi un pezzetto della camicia di Nicola. Dopo un quarto d’ora riacquistò la vista. Francesco Pugliese, gravemente infermo per febbre maligna, fu colpito da apoplessia, che, degenerando, poi,in emiplegia, lo privò nella maggior parte del corpo disenso e di moto. Ricorse al Beato ponendosi addosso una di lui effige e guarì subito perfettamente. Annina «Campanile, da Frignano Piccolo (Diocesi di Aversa) di anni 50, collocata in qualità di camerierapresso l’avvocato Nicola Gennarelli, sposato a Giuseppina Anaclerio, dimorante in Napoli, Port’Alba in. 17, il 28febbraio 1923, fu colpita da paralisi con la perdita deimovimenti di estensione e flessione del braccio e della gamba sinistra.
Obbligata a mettersi a letto e restandoivi immobilizzata, non potendo compiere alcun atto senzal’aiuto d’altri, con fede viva, si rivolse al Beato Nicola da Longobardi dei Minimi, che fin dal 1911 aveva incominciato a conoscere e venerare, trovandosi, per caso, nella Chiesa della Stella in Napoli, nel giorno in cui venne benedetta, ed inaugurata la nuova Cappella dedicata al detto Beato. « Beato Nicola — disse — tu, in tre giorni,mi devi guarire! ».L’avvocato Gennarelli avendo visto la gravità del male,mandò per il medico di famiglia dott. Nicola De Pasquale,il quale, prognosticò che fra tre o quattro anni avrebbe incominciato a migliorare. Le sue cure si restrinsero alla somministrazione di qualche purgante oleoso alla prescrizione della dieta lattea. Passarono i tre giorni, che l’ammalata aveva dato di tempo al Beato per operare la guarigione, e veramente con grande sorpresa del medico, dei padroni e di quelli che l’assistevano essa era perfettamente sana, come aveva chiesto; potè alzarsi da sola, senza l’aiuto assolutamente necessario, come nei giorni passati, non solo, ma prestare qualche aiuto ancora ai suoi padroni. Per ora sono pronti a deporre il fatto prodigioso:» L’avv. Nicola Gannarelli; Sig.ra Giuseppina Anaclerio; Giuseppina Tirelli, cameriera; Anna Osella, domestica.Da quel giorno la graziata dal Beato e tutta la famiglia Gennarelli son divenute apostoli di propagazione della devozione al Beato; nella loro famiglia. Esso riscuote un culto particolare e per le spese delia sua festa, che annualmente si celebra in Napoli nella Chiesa di S. Mariadella Stella, officiata dai Padri Minimi, vengono messe in un salvadanaio tutte le offerte che si fanno al Beato incompenso delle grazie che gli chiedono.
Fonte notizie dal libro"Il Beato Nicola da Longobardi" di Emilio Frangella